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Bíblia CEI74

Hebreus 7

1 Questo Melchìsedek, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, è colui che andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse;

2 a lui Abramo diede la decima di ogni cosa. Anzitutto il suo nome tradotto significa re di giustizia, inoltre è anche re di Salem, cioè re di pace.

3 Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio, rimane sacerdote in eterno.

4 Considerate pertanto quanto sia grande costui, al quale persino Abramo, il patriarca, diede la decima del suo bottino.7, 4. Il padre di Israele si dimostrò inferiore a Melchisedek perché gli offrì la decima.

5 Anche quelli dei figli di Levi, che assumono il sacerdozio, hanno il mandato di riscuotere, secondo la legge, la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, benché essi pure discendenti da Abramo.

6 Egli invece, pur non essendo della loro stirpe, prese la decima da Abramo e benedisse colui che era depositario della promessa.

7 Ora, senza dubbio, è l`inferiore che è benedetto dal superiore.

8 Inoltre, qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece le riscuote uno di cui si attesta che vive.

9 Anzi, per così dire, lo stesso Levi, che pur riceve le decime, ha versato la sua decima in Abramo:

10 egli si trovava infatti ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro Melchìsedek.7, 10. cfr. Gn 14, 17.

11 Or dunque, se la perfezione ci fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico – sotto di esso infatti il popolo ha ricevuto la legge – che bisogno c`era che sorgesse un sacerdote differente, alla maniera di Melchìsedek, e che non venisse detto sacerdote invece alla maniera di Aronne?7, 11. Il sacerdozio perfetto di Cristo mette fine al sacerdozio levitico e alla legge ebraica.

12 Infatti, se viene mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge.

13 Ora l`individuo di cui si dicono tali cose è membro di un`altra tribù, della quale nessuno mai fu addetto all`altare.7, 13. Poiché Cristo non appartiene alla tribù di Levi, non è sacerdote per discendenza carnale, ma in virtù di una solenne e particolare parola di Dio, che stabilisce un sacerdozio unico, eterno, senza manchevolezza (versetti 11-25): quello che era necessario per noi (vv. 26-28).

14 E` noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e che riferendosi a questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.

15 Ciò risulta ancor più evidente dal momento che sorge, a somiglianza di Melchìsedek, sacerdote

16 che non è diventato tale differente di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita indefettibile.

17 Gli è resa infatti questa testimonianza: Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchìsedek.7, 17. Qui e nel v. 21 citazioni cfr. Sal 109, 4.

18 Si ha così l`abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità –

19 poiché la legge non ha portato nulla alla perfezione – e l`introduzione di una speranza migliore, grazie alla quale ci avviciniamo a Dio.

20 Inoltre ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento;

21 costui al contrario con un giuramento di colui che gli ha detto: Il Signore ha giurato e non si pentirà: tu sei sacerdote per sempre.

22 Per questo, Gesù è diventato garante di un`alleanza migliore.

23 Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo;

24 egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta.

25 Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore.

26 Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli;

27 che non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso.

28 La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all`umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce il Figlio che è stato reso perfetto in eterno.

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